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NEL VENTRE DELLA SIRENA


La bellezza è una cosa seria.
Terribilmente seria, direbbe Dostoevskij.
Lo è perchè nella bellezza si manifesta la libertà che è nel cuore delle cose.
La bellezza non è altro che un invito a dire si, in assenza di ragioni.
O meglio, le ragioni ci sono, ma vengono dopo.
Prima viene la libertà.

Sergio Givone



Il mito della sicurezza rappresenta oggi un tema attorno al quale si spiegano dibattiti e conflitti, tragedie quotidiane. La paura permea luoghi e azioni della nostra vita. Si desidera controllare ciò che è selvaggio, sensuale, immaginario, realmente libero e misterioso, ciò che non ha spiegazioni. Il teatro non è controllabile, luogo reale di oltrepasso e attraversamento di frontiere e recinzioni, limite fra le nostre paure e quelle degli altri. Come le sirene, il teatro è feroce e bellissimo, vive negli abissi, in un terreno favoloso e leggendario che in molti cercano di imprigionare. Il suo richiamo è inudibile ma può fare impazzire che lo sente.

Le sirene sono combinazioni immaginarie di parti animali e parti umane, sono nate dalla fusione di diversi esseri e generi e sfuggono da un’identità precisa, come i linguaggi contemporanei dell’arte. Queste avvenenti creature, metà donne metà pesci, possiedono una connotazione simbolica forte, rappresentando la ricerca della gioia e della morte. VIE Scena Contemporanea Festival, con la tensione nel far emergere il sommerso che esiste, è esso stesso sirena, chimera, fusione e superamento di differenti generi.








Vie Scena Contemporanea Festival è un’iniziativa di Emilia Romagna Teatro Fondazione, www.emiliaromagnateatro.com