Karamazov
César Brie
Teatro Ermanno Fabbri , Vignola
14/10/2011
, 20:30
16/10/2011
, 20:00
17/10/2011
, 20:30
Liberamente tratto da I Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
Testo e regia César Brie
Con César Brie, Mia Fabbri, Daniele Cavone Felicioni,
Gabriele Ciavarra, Clelia Cicero, Manuela De Meo, Giacomo Ferraù,
Vincenzo Occhionero, Pietro Traldi, Adalgisa Vavassori
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Durata 2h 30'
Prima Assoluta
Artista molto amato dal pubblico e vicino a Emilia Romagna Teatro Fondazione che negli anni recenti ha prodotto numerosi suoi spettacoli - Dentro un sole giallo (2005), Otra vez, Marcelo (2006) e Odissea (2009) - torna a Modena, attesissimo, César Brie. A VIE presenterà in prima assoluta Karamazov lavoro liberamente tratto dal romanzo I fratelli Karamazov di Dostoevskij frutto del suo impegno con gli otto allievi del percorso di professionalizzazione per giovani attori del Cantiere delle Arti da lui diretto
Secondo Brie, l’ultimo romanzo di Dostoevskij, finito qualche mese prima della morte, esprime la summa dei temi che hanno ossessionato lo scrittore russo: la fede, il vizio, l’amore, la passione, e la giustizia. Il romanzo è anche una critica di fondamentalismi religiosi, sette, socialismo e capitalismo dei quali anticipa orrori e fallimento. Una risata amara sull’idiozia e sulla follia umana.
Secondo le parole di Brie, ogni personaggio di questo romanzo rappresenta i paradigmi dell’animo umano: ”la passione e l’istinto (Dimitri), la ragione e il dubbio (Ivan); la bontà e la purezza (Alekséj); il risentimento e la vendetta (Smerdjakov); la cattiveria, il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo (Fedor il padre); la santità (lo Starets)… Risaltano anche, quasi sempre muti e inermi, i bambini.[...] Lo strazio del dolore infantile percorre il romanzo e ci riporta al dolore di tutte le guerre, all’ingiustizia del dolore come misura degli uomini, di cui pagano il fio gli innocenti.”
Nel suo adattamento teatrale Brie porta in scena il grandissimo lascito etico, morale e spirituale de I fratelli Karamazov, facendone così emergere le aspre tematiche sociali.
Brie lavora su una scena totalmente spoglia, lasciando parlare i pochi oggetti che la abitano: “Vedo nell’allestimento pupazzi di bambini, corde, indumenti appesi e il coro degli attori. Coro che renda plurale l’intimo, intimo il sociale e svelino lo strazio di anime individuali. "
Nel luglio di quest’anno César Brie è stato segnalato e riconosciuto dalle compagnie teatrali italiane come ‘Maestro della Scena’ ed a tal titolo premiato nell’ambito del Festival di Radicondoli. Il premio è dedicato a Nico Garrone, studioso e critico di teatro de ‘La Repubblica’, che del festival è stato direttore fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2009.
http://www.cantierearti.com
César Brie
César Brie nasce a Buenos Aires, Argentina. Arriva in Italia a 18 anni con la Comuna Baires, gruppo teatrale di cui è cofondatore, recitando in più produzioni, dirette da Renzo Casali e Liliana Duca. Con questo gruppo comincia a sviluppare un’arte apolide, a stretto contatto con le molte realtà incontrate in una vita passata, per scelta, in esilio. Dopo il 1975 crea a Milano il Collettivo teatrale Tupac Amaru, tra gli spettacoli prodotti ricordiamo Ehi, in collaborazione con Danio Manfredini. Dal 1981 al 1990 lavora insieme a Iben Nagel Rasmussen nel Gruppo Farfa e poi nel Odin Teatret nelle vesti di autore, regista e attore. Tra gli altri ricordiamo Matrimonio con Dio e Talabot per la regia di Eugenio Barba. A seguito di queste esperienze nel 1991 fonda, in Bolivia, il Teatro de los Andes. Con questo gruppo crea spettacoli che si ispirano a eventi storici o traggono spunto dai classici della letteratura, anche se calati profondamente nell’attualità. Nasce una serie di lavori esemplari destinati a girare il mondo (Romeo e Giulietta, Ubu in Bolivia, Solo gli ingenui muoiono d’amore, Dentro un sole giallo, Fragile, Otra vez Marcelo… l’Iliade, Odissea)
César Brie partecipa anche ad altre produzioni, come autore o regista: Il cielo degli altri, realizzato in Italia con gli attori del Teatro Setaccio; Zio Vanja di Anton Cechov, di cui cura la regia insieme a Isadora Angelini; Todos los ausentes, realizzato a Santiago del Cile con l’attore Hector Noguera del Teatro Camino; scrive I clienti, con la regia di Giancarlo Gentilucci per Arti e Spettacolo.