Racconti di giugno

Incontro con se stesso

Teatro Comunale, Modena

29/10/2005 23:55

di e con Pippo Delbono


la curiosità per gli altri.
il senso nascosto delle relazioni.
il filo rosso degli invaghimenti negli spettacoli.
la coscienza di una bellezza senza confini nelle storie.
l’ardore non solo etico nelle scene della vita e nelle scene del teatro.
il lato dei desideri non espressi ma mostrati.
l’estasi delle cose che ti perdono e che gli altri non ti perdonano.
le coincidenze (tante) di giugno, il mese in cui sono nato.
quel qualcosa di se stessi mai detto forse perché mai chiesto.

Pippo Delbono si mette a nudo in scena in un “solo” vibrante e coinvolgente, in cui vita e scena, desideri e ardori si mescolano dando vita a un momento di grande intensità.

Racconti di giugno allude alla nascita di Pippo Delbono, mentre il sottotitolo “Incontro con se stesso” giustifica il carattere di meditata improvvisazione. C’è infatti da cercare il senso del fare teatro, attribuito alla vita e alle sue feconde delusioni, oltre che a una serie d’incontri, protagonisti Pepe Robledo o uno scomparso compagno di gioventù, la Bausch o il “mistero Bobò”, una persona passata di colpo da una vita in manicomio a una padronanza da vero attore. Con qualche lettura di pezzi dei primi spettacoli e del suo remake da Sarah Kane per Gente di plastica, Delbono si guarda dentro senza mai dimenticare quel che lo circonda in una serata confessione di grande spessore emotivo e intellettivo: qualcosa di più di uno spettacolo e che non deve diventarlo, un libro parlato ricco di provocazioni, di sollecitazioni, anche di mute richieste, che aiuta a capire quanto possano essere profonde le ragioni di un successo.
Franco Quadri, la Repubblica, 27 Giugno 2005

Le storie dicono soprattutto di incontri capaci di dare un nuovo corso alla vita, da Pina Bausch al fatidico Bobò, il piccolo vecchio uomo dal sorriso infantile, sordomuto e microcefalo secondo l’impietosa visione clinica, per quarant’anni in manicomio prima di essere sottratto dal teatro a una vita vegetativa e ora star indiscussa della compagnia. O ci svelano il mistero di un gesto che poi ritroveremo in un brano di uno spettacolo, aprire e chiudere una mano, sollevarsi senza gambe. Giacché anche a questo serve il teatro, a noi che galleggiamo nell’universo della complessità, ricordare quanto impegno richieda anche il gesto più semplice, quanta bellezza possa contenere. Quanto peso ci sia in una carezza. Non uno spettacolo e neppure un compendio dei suoi spettacoli. Ma una magistrale lezione su ciò che il teatro può dire.
Gianni Manzella, il Manifesto, 3 Luglio 2005

Il sito della Compagnia Pippo Delbono

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Vie Scena Contemporanea Festival è un’iniziativa di Emilia Romagna Teatro Fondazione, www.emiliaromagnateatro.com