Azione teorico/performativa 4

Becoming spice

Cristina Rizzo/Lucia Amara


Ex-Ospedale Sant’Agostino , Modena

22/10/2011 16:30  

Il corpo del performer si è separato definitivamente dalla scena. La parola non può che evocare il tempo di una riuscita di conciliazione. Nessuna nostalgia. Si tratterà di esporre ed esporsi.
durata 40'


On the ground. Un rilancio teorico.performativo

Overground ha richiesto la dissociazione dallo spazio teatrale. Il performer è stato immortalato dallo scatto fotografico fuori dal suo habitat più congeniale. Un déplacement che ha generato la messa a punto di ignote perimetrazioni sceniche, altre visioni, nuovi paesaggi, inedite configurazioni spaziali. È come riferire di tutto ciò che in potenza questa scena potrebbe indicarci e sarebbe in grado di fare. Non tanto per dirci che qualcosa è accaduto quanto per parlare del suo slancio e della sua irruenza. È una questione di politica e di immaginazione, perché attorno all’oggetto-performer si costruisce un processo del vedere, una vista, un ordito di infiniti e variabili sistemi di spaziatura.

Overground ha indagato le zone di intersezione, di faglia e sutura tra la fermezza dello scatto fotografico e l’analisi della nuova scena che quello ha prodotto. Entrambe le azioni hanno richiesto differenti specie di spostamenti, diverse forme della scrittura. Dalla scena al paesaggio si staglia netta la figura. Le azioni teorico-performative ospiti della Mostra di Luca del Pia, nello spazio dell’Ex Ospedale Sant’Agostino, sono una prova di accelerazione. Rispetto a Overground si modifica il tempo.

Si assiste all’incontro privato e pubblico tra gesto performativo e gesto teorico. Si può mettere lo sguardo alla prova del pertugio da cui si spia di nascosto un intimo teoricamente inavvicinabile (senza teoria). A volte la prova può richiedere altre simulazioni. Una provvisorietà. Una scrittura del disastro. La separazione. L’esotismo.

Si abbandonano contemporaneamente la struttura del palco e quella del libro, solo per indicare la generazione di una scrittura ulteriore in una successione che è chiusura senza fine. Le unità scrittorie che si producono e si mostrano in ciascuna azione non istallano concettualizzazioni definitive, piuttosto designano una “teoria”, nel senso di “inventario”. L’enumerazione si organizza in una tessitura timbrica caotica e dissonante.

Si tratta di scritture che si allineano volubili e ferme alla figura. Scritture per esposizione, contatto e premitura, senza fogli, inchiostro o dispersioni di seme.
Una scrittura, in definitiva, che si prepara alla distruzione dell’originale nell’attimo stesso in cui lo impressiona.


Cristina Rizzo/Lucia Amara

Cristina Rizzo
Danzatrice, performer, coreografa. Vive e lavora a Firenze. Figura di punta della ricerca coreografica italiana, inizia il suo percorso a New York agli inizi degli anni ‘90. In Italia dal 1994 collabora come interprete con diverse realtà artistiche tra cui il Teatro Valdoca, MK e la compagnia Virgilio Sieni Danza. Co-fondatrice del collettivo Kinkaleri, lavora nella compagnia sino al 2007, operando tra sperimentazioni visive e teatrali e partecipando attivamente alla scena contemporanea internazionale della danza e delle performing arts. Coreografa ospite al Balletto di Toscana Junior, crea nel 2008 la controversa Sagra della Primavera prodotta da Reggio Emilia Danza. Attualmente ha intrapreso un percorso autonomo e di sperimentazione debuttando con il progetto coreografico Dance N°3, prodotto da Romaeuropa Festival e dando vita a numerosi progetti imposti all’attenzione internazionale.

www.cristinarizzo.it

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Vie Scena Contemporanea Festival è un'iniziativa di Emilia Romagna Teatro Fondazione, www.emiliaromagnateatro.com
realizzazione sito internet: Web and More S.r.l.

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