Being Harold Pinter

Belarus Free Theatre


ITIS Fermo Corni, Modena

10/10/2009 22:30  
16/10/2009 20:30  

adattamento e regia Vladimir Shcherban
Lo spettacolo si basa su testi teatrali di Harold Pinter,
Il linguaggio della montagna, Il bicchiere della staffa, Il ritorno a casa, Vecchi tempi, Ceneri alle ceneri, e sul suo discorso di accettazione del Premio Nobel
E brani di lettere di prigionieri politici bielorussi
con Nikolai Khalezin, Pavel Gorodnitski, Yana Rusakevich, Oleg Sidorchik, Anna Solomianskaya, Denis Tarasenko, Marina Yurevich
produttori Natalia Koliada, Nikolai Khalezin
assistenti Irene Yarochevitch, Maryia Vavokhina, Svetlana Sugako e Alexei Shyrnevich
spettacolo in lingua bielorussa e russa sottotitolato in italiano

Prima nazionale

Durata 1h 15'


Capire come nasce un testo teatrale, distinguere tra la verità nella vita e la verità nell’arte, interrogarsi sul rapporto tra arte e politica. Sono queste le questioni affrontate da Harold Pinter nel discorso che ha tenuto in occasione della cerimonia per il Premio Nobel. Being Harold Pinter inizia e si chiude con la ricerca di una risposta a queste domande. Un problema comune lega i fili del tema che è alla base della rappresentazione: il problema della violenza nelle sue manifestazioni più disparate, dalla violenza in famiglia (Ritorno a casa, Ceneri alle ceneri), alla violenza come fondamento di una istituzione sociale (Il nuovo ordine del mondo, Il bicchiere della staffa), sino alla violenza come forma di relazione internazionale (Il linguaggio della montagna). Le trame si susseguono, personaggi astratti sono via via sostituiti da personaggi reali, vicini e riconoscibili, fino ad arrivare a riflettere intorno agli eventi di Abu-Ghraib e ancora a monologhi di carattere documentario di prigionieri politici rinchiusi nelle celle delle carceri della Repubblica bielorussa.
“Guardandosi allo specchio, si ha l'impressione che l'immagine davanti a noi sia vera. Basta però spostarsi di un millimetro perché l’immagine cambi. Quello che vediamo, in realtà, è una linea infinita di immagini. A volte l’artista è costretto a rompere questo specchio e a scoprire la verità dietro di esso, che ci guarda dritto negli occhi. Credo che a dispetto di enormi difficoltà, noi – i cittadini – dobbiamo mostrare tenacia e determinazione nello scoprire la verità sulla nostra vita e la nostra società. Diversamente, non c’è speranza di recuperare ciò che abbiamo perso ormai quasi completamente: la dignità umana”. (Harold Pinter)


Belarus Free Theatre

Per la prima volta in Italia, nel segno dell’attenzione che VIE dedica alla scena contemporanea, Belarus Free Theatre sarà a Modena con quattro lavori: Being Harold Pinter, Generation Jeans, Zone of Silence e Discover Love a tracciare nel Festival di quest’anno il progetto etico e teatrale di resistenza alla violenza del potere nella Bielorussia di oggi.



Contro-informazione, politica messa in scena, teatro-giornale; sono solo alcuni degli ingredienti che connotano l’attività del Belarus Free Theatre, fondato a Minsk nel 2005 per volere del drammaturgo e giornalista bielorusso Nikolai Khalezin e della produttrice teatrale Natalia Koliada, cui si è successivamente unito il regista Vladimir Scherban.
Una voce di dissenso, fuori dal coro, una voce che lotta per la democrazia e per l’arte, che combatte tra mille difficoltà e rischi come il vivere schedati e non poter avere una sede di lavoro.
Prove e rappresentazioni si svolgono nella totale clandestinità, in appartamenti privati che, per motivi di sicurezza, e a causa del rischio di irruzioni da parte della polizia, in campagna dove il pubblico viene convocato il più tardi possibile grazie ad un tam tam sotterraneo e ufficioso, in una sorta di rave in forma di teatro. I membri del gruppo sono oggetto di continui attacchi da parte delle autorità; sottoposti a pressioni psicologiche e non solo – alcuni dei membri del collettivo sono stati incarcerati – gli attivisti del Belarus Free Theatre rischiano quotidianamente la propria incolumità e quella dei propri familiari. Di loro è stato scritto che recitano come se fosse sempre l’ultima volta: un’affermazione che ben rappresenta il loro lavoro.
L’impegno politico è valso loro il Premio dei Diritti dell’Uomo della Repubblica Francese - unica istituzione culturale a riceverla - ed una menzione speciale nella sezione Nuove Realtà del Premio Europa per il Teatro. L’attività del Teatro Libero di Bielorussia ha trovato il pieno appoggio e sostegno di personalità eccellenti del teatro e della vita pubblica internazionale come Vaclav Havel, Mick Jagger, Arthur Kopit, Mark Ravenhill, Tom Stoppard e del Premio Nobel Harold Pinter a cui la compagnia ha dedicato un lavoro.
Durante i suoi primi due anni di vita, tra il 2005 ed il 2007, circa 5.000 persone hanno assistito alle rappresentazioni del Free Theatre in patria e oltre 4.000 all’estero. Nonostante le difficoltà l’ensemble in soli due anni è riuscito a far conoscere il suo lavoro in 16 paesi in tutto il mondo: Australia, Irlanda, Olanda, Grecia, Gran Bretagna, USA, Germania, Svezia, Finlandia, Belgio, Francia, Polonia, Russia, Lituania, Lettonia. La compagnia ha debuttato fuori dai confini per la prima volta nel 2005 sul palcoscenico del Nuovo Teatro di Riga diretto da Alvis Hermanis.
Belarus Free Theatre dal 2007 fa parte a pieno titolo di alcuni circuiti teatrali internazionali: ETC, IETM, TEH. Nel 2008 a Londra la compagnia ha ricevuto il secondo premio 'Freedom to create' assegnatogli da At Venture organizzazione filantropica che opera nella difesa dei diritti umani.

Spettacolo


Programma
Vie Scena Contemporanea Festival è un’iniziativa di Emilia Romagna Teatro Fondazione, www.emiliaromagnateatro.com
realizzazione sito internet: Web and More S.r.l.

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