OpenOption
Teatrino Clandestino
16/10/2009
, 21:00
17/10/2009
, 22:00
Di
Fiorenza Menni
Con
Faat Abedin, Hadži Asan, Matteo Garattoni, Eva Geatti, Alice Keller, Amet Iasar, Andrea Alessandro La Bozzetta, Monica Manca, Fiorenza Menni, Mauro Milone, Paola Stella Minni, Andrea Mochi Sismondi, Laura Pizzirani, Šaban Uzeir
In collaborazione con
Roma Theatre – Macedonia, Jean Michel Bruyère, Luigi de Angelis, Matthias Kaufmann, Chiara Lagani, Andrea Mochi Sismondi, Loredana Vitale, Wilbi
A cura di
Pietro Babina, Giovanni Brunetto, Elisa Marchese, Giorgia Mis, Viviana Vannello
Si ringraziano:
Fiorentini + Baker, Filippo Monti, Roberto Rizzo, Clara Sancricca, Santasangre, Diego Segatto, Maria Paola Tadeo
Con il sostegno di
Ambasciata d’Italia a Skopje
Municipalità di Šuto Orizari - Skopje (Macedonia)
Comune di Bologna - Settore Cultura
Provincia di Bologna - Assessorato alla Cultura e Pari Opportunità
Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali - Dipartimento per lo Spettacolo
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Ufficio stampa
Iagostudio
Residenza Creativa
Sì – Via San Vitale 67 - Bologna
Prima assoluta
Durata 1h 30'
Prologo
Nel febbraio 2007 incontriamo a Skopje la direttrice dell’UNHCR per l’area dei Balcani. Ci parla dell’unica Municipalità rom del mondo: Šuto Orizari.
Decidiamo di visitarla, camminiamo per ore per le vie del quartiere tra frasi di cui non capiamo il significato ma di cui cogliamo il senso tra l’insulto e la derisione.
Šuto Orizari in quell’occasione la vediamo solo un po’, vediamo solo l’esterno delle case ma alla visione di ognuna di esse, ad ogni nuova proposta abitativa, l’emozione sale. Stiamo vedendo qualcosa che cerchiamo incessantemente: un’ennesima differenza formale che come tale è portatrice di contenuti.
Teatrino Clandestino chiede a quel punto che alcuni elementi del gruppo vengano accolti nella comunità.
Un esperimento di esperienza
[1ª Residenza a Šuto Orizari, febbraio/marzo 2008]
Attori come etnografi sul campo si adattano, si cibano e si muovono come gli abitanti della comunità, tentano di comprenderne la specificità, la visione del mondo.
Gli attori etnografi del contemporaneo post-ideologico, prendendo spunto dalle domande e dalle ipotesi contenute nel libro di Matthias Kaufmann Anarchia Illuminata, pongono
sul tavolo del dialogo con la comunità di Šuto Orizari i temi fondamentali della filosofia politica: libertà e uguaglianza; aspirazione ad una vita migliore e felice; possibilità di seguire un proprio ed autonomo progetto di vita; diritto di muoversi sul territorio attraverso i confini; relazione con lo stato di natura; rapporto con la costrizione e legittimità dello Stato Nazione.
Serendipità
[2ª Residenza a Šuto Orizari, settembre/ottobre 2008]
Gli attori etnografi tornano sul campo d'indagine. Questa volta per uno scambio più circoscritto. Si tratta di un laboratorio filosofico tra artisti ed intellettuali in condivisione con il Theatre Roma.
I due gruppi si confrontano e insieme individuano come oggetto sperimentale attorno al quale incentrare il dialogo alcune opere e immaginari ispirati al mondo dei rom. L'intento è quello di comprendere se queste abbiano rappresentato o distorto la realtà e i relativi perché .
Gli attori etnografi propongono un secondo tema di confronto: una lista di pregiudizi e stereotipi sulla popolazione rom e domandano ai soggetti di tali pregiudizi e stereotipi di smontarli attraverso una sorta di apologia.
Il giorno 30 ottobre 2008 gli attori etnografi, pronti per il rientro, appuntano nel loro diario: “Come risultato ci sembra di aver ottenuto una possibile e potente occidentalistica di riflesso.”
Ederlezi, festa per la fine dell’inverno
[3ª Residenza a Šuto Orizari, maggio 2009]
Gli attori etnografi tornano sul campo d’indagine in numero cresciuto per condividere con i collaboratori e coautori di Šuto Orizari la struttura concettuale e formale dello spettacolo.
OpenOption è la riedizione spettacolare di questo incontro tra umani.
Ad incontrarsi nel teatro per raccontare l’esperienza sarà un coro di attori che con abilità sonore sosterranno e indicheranno con tutta chiarezza i temi offerti al pubblico per mezzo di enunciati in forma di domanda. Altre figure di cui il teatro si è appropriato daranno la parola ai rom ed insieme narreranno le risposte come dei saggi caduti in confusione per le troppe possibilità espressive a loro concesse, poi un dialogo tra due innamorati spiegherà quali calcoli sono possibili per la libera circolazione nel mondo e due performer, non volendo rifondare ancora una volta l’immaginario per non commettere l’errore di visioni del mondo collettive e dannose, produrranno la distruzione di mezzi e risultati della comunicazione.
Per i concetti di esperimento di esperienza e di occidentalistica di riflesso si fa riferimento alla loro trattazione nell’opera di Leonardo Piasere “L’etnografo imperfetto” Laterza, Roma-Bari 2002.
OpenOption segna l'inizio di una nuova fase creativa non solo sul piano della ricerca estetica ma anche su quello dell'impostazione delle direttrici programmatiche della compagnia.
Se prima il concetto trainante della ricerca artistica era il progetto, in questa nuova fase viene sostituito dal quello di tematica. Tale cambiamento di prospettiva permette di armonizzare l' insieme delle proposte e delle ricerche, senza però comprimerle verso un fine ultimo, procedendo per studi o fasi di avvicinamento verso un momento finale che culmina con la conclusione del progetto. Il concetto di tematica modifica la prospettiva, le finalità e gli scopi della ricerca, procedendo per multipli affondi legati tra loro in modo più libero, i confini dell'indagine si estendono, permettendo una maggior spregiudicatezza, il complesso eterogeneo dei risultati sviluppa un dialogo interno che è creatore in se stesso di nuove prospettive, al contempo l'ensamble può concentrarsi su più fronti senza rinunciare all'essenza di gruppo.
Mentre il progetto indirizza e instrada l'insieme dei pensieri verso un unicuum finalizzante, la tematica si muove in senso opposto, la sua natura è precisamente quella di liberare i pensieri in una moltitudo, quest'ultima si addice meglio alle nostre attuali necessità artistiche e riteniamo sia la necessaria prospettiva futura di indagine. La tematica di questo intertempo è l’immaginario.
www.teatrinoclandestino.org