Nothing Female Is Alien to Me
17/10/2008
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23:00
18/10/2008
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22:00
Liberamente ispirato a "Baradla Cave" di Eva Svankmajerova
Idea, ricerca, composizione Francesca Proia, Danilo Conti
Collaborazione artistica e canto Antonella Piroli
Produzione TCP Tanti Cosi Progetti
Con il sostegno di Festival Danza Urbana (Bologna), Ciudades Que Danzan, Comune di Ravenna (Assessorato alla Cultura), Van Lysebeth Yoga Institute
si ringrazia: Van Lysebeth Yoga Institute; Academy of Meditation, Rishikesh; The Yoga Institute Santacruz, Bombay; Shri Yogi Hari
Accolto in residenza presso l’istituto La Maison du Butoh Blanc, Normandia, Francia
PRIMA ASSOLUTA
durata 50'
Per la prima volta ospite al Festival, la presenza forte di Francesca Proia irrompe con la sua intensità evocativa a ricordarci che il corpo è luogo privilegiato del gesto, che nel suo lavoro si carica di intensa densità. Il lavoro che da anni Francesca Proia porta avanti con Danilo Conti e con l’associazione Tanti Cosi Progetti da loro fondata, si colloca in un labile confine capace di unire yoga, danza butoh e diversi territori orientali del pensiero. La danza di Proia, attraverso le posture statiche dello yoga, trova il suo dinamismo in ciò che non si vede e che accade oltre la struttura coreografica. Nothing Female Is Alien to Me, il loro nuovo spettacolo che debutta a VIE, arriva dopo Buio Luce Buio e Qualcosa da Sala, due assoli di rara intensità, che nel 2005 hanno ottenuto le segnalazioni al Festival Iceberg e al Premio Scenario. Nothing Female Is Alien to Me, liberamente ispirato al romanzo "Baradla Cave" dell’artista ceca Eva Svankmajerova, conferma il senso d’un lavoro tanto lontano dalla quotidianità dei rapporti umani da necessitare di un linguaggio e di una condivisione che si fa altrove: nell’intimità intercettata dello sguardo dello spettatore.
Baradla è, allo stesso tempo, un corpo e un luogo, in rapporto con la filosofia del corpo e della società.
Nothing Female Is Alien to Me indaga la natura della percezione in rapporto al corpo sottile, focalizzando su una qualità di dialogo “fantasma”, profonda e irriducibile, che si stabilisce tra corpi e oggetti.
“La filosofia yoga chiama Prakriti la possibilità, da parte dell’infinito, di manifestarsi come corpo a causa di uno sbilanciamento energetico. Corpo immenso, che contiene gli elementi della natura; la sua qualità è femminile.
Praga: Eva Svankmajerova chiama Baradla un organismo vivente, contemporaneamente una donna e un luogo. Qualcosa e qualcuno che esiste da sempre, e si rapporta con quesiti filosofici e con gli oggetti sociali.
In ogni caso si tratta di un corpo oscuro, che attraversa lentamente il mondo orientale e il mondo occidentale.
Qualità di presenza fondata sull’inerte e sull’ineluttabile.
Corpo notte.
La costruzione di questo corpo notturno, corpo umano e corpo scena, corpo grande e piccolo, multiplo e individuo, pianta e stalattite, parte dall’abbandono volontario e istantaneo della circolazione energetica della sua parte destra. Tutto esiste a sinistra; una sinistra lunare, mormorante, fantasmata e disarticolata.
Corpo notte prende ispirazione dalle tecniche e dalle regole del teatro di figura africano e scende in strada, non senza scosse: un tempo e uno spazio rituale; qualcuno-qualcosa che fa un rumore terribile, che afferra i passanti per i vestiti.
La concentrazione è mantenuta costante verso l’ingresso del bacino, dove la filosofia yoga colloca anatomicamente l’inconscio; luogo da cui una forma di identità comune allo spettatore si origina, sotto forma di paesaggio.
Il corpo si manifesta perciò come oggetto instabile, etereo, disordinato, evocativo.”
Francesca Proia, Danilo Conti