La seconda edizione di VIE Scena Contemporanea Festival pare teso a consolidare le linee tracciate con successo lo scorso anno, ma è anche disposto a spingersi ben oltre i suoi orizzonti, lì dove nessuno potrà aiutarlo. Il Festival, convinto che si possa fare a meno dei teatri e della parola, vede in controluce la possibilità di scovare linguaggi che testimonino ciò che accade “dentro” in modo netto, preciso, vivo, inesorabile. Intende disegnare la mappa di un territorio teatrale internazionale e nazionale valorizzandone sia i protagonisti di spicco che le forme invisibili e nuove, rimettendo al centro il denominatore comune di un pensiero alimentato dal dubbio, dai conflitti, dalle emozioni. Il solco che tracciava gli eventi dello scorso anno si collocava nel segno del conflitto non programmato e non governabile, quest’anno è la paura e il terrore a dominare le scene. Il teatro rilancia ciò che del terrorismo fa paura: il non avere luogo e forma precisi. La scena fa della vulnerabilità la propria linfa vitale, trovando un valido complice nella musica, connettore potente, diretto e incapace di sottomettersi alla ripetizione. Vie è un festival giovane che invoca sguardi coraggiosi, che non abbiano paura di ficcarsi negli interstizi in picchiata precipitosa e spericolata per sfondare il confine.